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domenica 7 aprile 2019

ERBE SPONTANEE

Erbe spontanee, un dono del cielo.
Già gli antichi romani non le facevano mai mancare nei loro orti. Nutrienti, sia crude che cotte. Per trovare le erbe commestibili, basta passeggiare in un campo per raccogliere cibo gratis e senza dover coltivare nulla!


Portulaca Oleracea (Portulaca, Porcellana comune, Porcacchia)

Pianta estiva, diffusissima in tutta Italia. La pianta cresce soprattutto in larghezza, raggiungendo un'altezza massima di 15-20 cm. Ricca di acidi grassi Omega-3, vitamine del gruppo B, vitamina A, C e moltissimi microelementi. Foglie, fiori e rametti giovani vengono consumati crudi in insalata, ottimo nutrimento e preventivo di malattie cardiovascolari.
 
 
 
Taraxacum officinale (Tarassaco)

Diffuso in tutta Italia, ecco un altro dono che possiamo utilizzare nella nostra alimentazione, usufruendo delle sue proprietà medicamentose: ottimo diuretico e purificatore del fegato, blando antinfiammatorio e stimolante dell'attività pancreatica, permette di espellere il colesterolo in eccesso aiutando la prevenzione di malattie cardiovascolari come l’infarto e l’ictus. Contiene flavonoidi, potassio, calcio e le vitamine A, B, C e D. Ottime le foglie crude in insalata fresca, o cotte in padella con olio e aglio. Si ricorda che la cottura tramite lessatura elimina molti principi attivi.
 
 
 
Chenopodium album (Farinello comune, Spinacio selvatico)

Il Farinello, parente stretto dell'Amaranto, è una pianta estiva molto vigorosa, cresce in tutta Italia ed è considerata infestante. Può raggiungere dimensioni ragguardevoli sia in altezza che in larghezza, e proprio come il suo cugino Amaranto, è un alimento molto nutriente. Le foglie si possono mangiare crude in insalata oppure cotte in padella come i normali spinaci o come ingrediente per minestre. In alcune regioni le foglie sono utilizzate per insaporire gnocchi, o come ripieno nei ravioli. I semi sono anch'essi commestibili e possono essere cotti come il riso. Il nome farinello deriva dalla polverina bianca (simile alla farina) presente nella parte inferiore delle foglie, molto evidente anche al tatto.
 
 
 
 Helminthotheca Echioides (Aspraggine volgare)

Pianta erbacea molto diffusa in Italia. Da giovane presenta una rosetta, che a seconda dell'ambiente può avere inizialmente foglie molto tenere e amarognole, commestibili anche crude. Con la crescita tende a sviluppare quasi subito una folta peluria sulle foglie ed un fusto centrale che può arrivare in fioritura anche oltre un metro di altezza. Le foglie molto pelose e il nome stesso (dovuto in realtà al sapore aspro del suo lattice) non favorisce il suo consumo nella cucina popolare. Si tratta tuttavia di una pianta dalle eccellenti qualità alimentari. Come tutte le spontanee, molto ricca di sali minerali e vitamine, dopo lessatura (obbligatoria per via dei suoi peli) ha un sapore dolce e vellutato, che ben si associa ad erbe più amare. La foglia può presentare delle caratteristiche bollicine chiare. La sua "sorella" Aspraggine comune (Picris Hieracioides) presenta foglie sempre molto pelose ma più strette, con una nervatura centrale molto evidente. L'uso è identico. Un altro tesoro "nascosto", cibo donato dal cielo.
 
 
 
 Borrago Officinalis (Borragine)

Pianta spontanea presente in tutta l’Italia mediterranea, anche nelle zone collinari soleggiate o semisoleggiate. Nasce in fine estate - autunno ed ha una crescita molto rapida, può raggiungere altezze d'uomo, specialmente in primavera quando la pianta produce dei caratteristici fiorellini blu, fonte di nettare per le api, dai quali si formeranno i semi, usati per produrre l'olio di borragine (dai numerosi effetti medicamentosi). Le foglie cotte in padella o lessate insieme ad altre erbe sono commestibili, usate tradizionalmente in molti piatti tipici, come ripieni, o per le famose frittelle di borragine. Ricca di minerali essenziali quali calcio e potassio, acidi grassi essenziali Omega-6, acido gammalinoleico e acido linoleico. Anche i fiori sono commestibili e possono essere aggiunti ad insalate fresche, creando un bellissimo effetto estetico.
 
 
 
 Cichorium Intybus (Cicoria comune)

Pianta spontanea presente praticamente ovunque in Italia, ne esistono molte varietà con foglie leggermente diverse ma identici valori nutrizionali. Le sue proprietà sono eccezionali, sia in fitoterapia, dove si usano le radici, sia nella normale alimentazione (foglie). La parte aerea si può mangiare sia cruda che cotta, anche se con la cottura si perdono alcune proprietà. La cicoria comune è ampiamente nota come depuratrice del fegato e del sangue, tanto che già nell'antica Grecia veniva raccomandata nei problemi epatici. Aiuta a mantenere basso il livello del colesterolo. Ricca di sali minerali (ferro, calcio, fosforo) e vitamine (A, C, B1, B2, B3). Si adatta bene ad essere unita con altre erbe spontanee meno amare. Davvero un peccato non mangiarla!
 
 
 
 Plantago Lanceolata e Plantago Major (Piantaggine)

La piantaggine è un'erba infestante commestibile, dalle proprietà nutrizionali e medicinali eccezionali. Utilizzata fin dall'antichità classica, la piantaggine è stata usata in passato, oltre come ingrediente per minestre, anche abbondantemente come cibo per animali, che crescevano sani e robusti, per poi essere dimenticata e sostituita dai moderni mangimi. Dimenticata anche nell'alimentazione umana, la piantaggine è ricca di glucosidi, flavonoidi (luteolina), mucillagini, tannini, pectine, acido salico e sali minerali. E' diffusa ovunque, alta non più di 30 cm, è presente quasi tutto l'anno ma durante la stagione estiva tende a seccare o ridurre la vegetazione, mentre cresce rigogliosa dall'autunno alla primavera e produce delle spighe con moltissimi semi all'interno. Tutte le parti della pianta sono commestibili senza controindicazioni, sia crude in insalata che cotte, ed usate per le spiccate proprietà medicinali: espettoranti, antibatteriche, antistaminiche, antibiotiche, depurative, diuretiche. Possiamo affermare che la piantaggine è di certo una delle erbe commestibili più utili all'uomo per avere benessere e salute, seppur trascurata.
 
 
 
 Sonchus [Oleraceus, Asper, Arvensis] (Grespino comune, Grespino spinoso, Grespino campestre)

L'uso del Grespino a fini alimentari è antichissimo, già Plinio il vecchio lo citava nei suoi scritti, pianta ad oggi purtroppo quasi dimenticata. E' presente su tutto il territorio, altezza fino a 1 metro. Ne esistono diverse varietà, tutte praticamente identiche nell'utilizzo. Tutta la pianta è commestibile, anche i gambi teneri, il sapore è dolce. Considerata (da qui il nome) verdura da orto per la sua bontà, raramente si può trovare ancora in vendita su qualche banco di verdure, specialmente al sud. Le foglie tenere si usano in insalata, mentre quelle più dure o spinose lessate rapidamente o ripassate direttamente in padella. Unite a erbe come cicoria o tarassaco ne attenuano il sapore amaro, fornendo ulteriori proprietà depurative, epatoprotettrici e diuretiche. Ricca di vitamina C e sali minerali quali ferro, calcio e fosforo.
 
 
 Amaranthus Retroflexus (Amaranto selvatico)

Pianta estiva, cresce in tutta Italia, molto infestante e vigorosa, può arrivare a superare l'altezza di un uomo. Usata da sempre come alimento per piccoli animali da allevamento, e anticamente coltivata dalle tribù del centro america per i suoi semi, ricchissimi di proteine e microelementi quali calcio, ferro, fosforo e magnesio. Ritenuta pianta magica da queste antiche popolazioni, il suo utilizzo si è quasi azzerato nel tempo a causa delle imposizioni dei conquistatori che ne vietarono la coltivazione. I semi non contengono glutine, sono un ottimo alimento per tutte le età fin dallo svezzamento. Le foglie, anch'esse commestibili, si possono consumare crude in insalata o cotte. La raccolta dei semi non è molto agevole poiché le piccole spighe maturano in tempi diversi, per cui sono richiesti più raccolti manuali a distanza di tempo.
 
 
 
 Silene Vulgaris (Strigoli)

Questa piccola pianta, diffusa nei luoghi incolti, è probabilmente una delle più ricercate in cucina per il suo sapore, anche se la sua raccolta richiede un po' di tempo. Si presenta con numerosi rametti che difficilmente raggiungono più di 60 cm. Prima della fioritura, i getti teneri e le foglie si possono consumare crudi in insalata, ma il meglio di sé lo si ha nei preparati per primi piatti. Pasta, risotti, ripieni, ma anche la classica frittata di strigoli e cipolla. Buon appetito!
 
 
 
Gli asparagi selvatici, appartenenti alla famiglia delle Liliacee, crescono prevalentemente nei campi incolti , ai bordi boschi e nelle olivete; di aspetto sottile e di colore verde, di questi asparagi si raccolgono i giovani turioni che crescono dalla fine di Gennaio fino alla fine di Aprile. Gli asparagi selvatici sono molto ricercati per il loro gusto particolarmente delicato, deliziosi lessati e conditi con olio, limone e sale. Vengono utilizzati anche come ingredienti di frittate, risotti, zuppe o crudi nelle insalate.

Contengono vitamina A, quasi tutte le vitamine del gruppo B, sodio,potassio,fosforo,magnesio,ferro,zinco,rame e iodio.

Hanno proprietà diuretiche, depurative, lassative e dimagranti. Aiutano a combattere la cellulite, a purificare e rendere luminosa la pelle. Contengono asparagina e per questo aminoacidi e molti sali minerali. Dopo il consumo alimentare dell’asparago, nell’organismo , si forma il metilcaptano, sostanza che viene elimanata attraverso le urine che dà quel caratteristico odore appunto di asparago.

Inoltre, per il loro alto contenuto di potassio, gli asparagi rappresentano un alimento molto positivo per il cuore e i muscoli.
 
 
 
 Valerianacee
Nome volgare: Valerianella, gallinetta, lattughino.
Caratteristiche: Pianta erbacea perenne con fusti erbacei. Ha le foglie inferiori a rosetta spatolate oblunghe, le superiori acute dentate. I fiori sono raccolti in corimbi di colore azzurro tendente al bianco
Habitat: Comune nei campi e nei luoghi erbosi incolti.0-1400 m. Aprile maggio
Proprietà farmaceutiche: Ha proprietà antiscorbutiche per l'alto contenuto in vitamina C.
Uso in cucina: Il momento in cui la piantina risulta più tenera e gustosa, e la grande presenza di principi attivi la rendono sana e nutriente, è quando si presenta come una semplice rosetta di foglie verdi.
Questa piantina, conosciuta anche con i nomi di soncino, molesino, dolcetta, gallinella, lattughino, ha conquistato negli ultimi anni le tavole di tutti. Le sue foglioline tenere rappresentano la prima insalata primaverile che gustiamo e la sua coltivazione si è diffusa anche a livello industriale, sebbene la varietà selvatica abbia un sapore più delicato.
È un'insalata fresca e gustosa da condire semplicemente a proprio gusto con olio, aceto e sale o da accompagnare con altre tenere erbette primaverili, come primula e ruchetta selvatica.
 
 
 
 Rucola o Ruchetta selvatica. In Italia cresce spontanea nei campi, e dove il terreno si fa più arido le conferisce un sapore più piccante e ricercato, e se le giornate sono favorevoli se ne può raccogliere parecchia da portare a casa, senza spesa, una grossa quantità da utilizzare in maniere diverse.
Tuttavia molti sono soliti coltivarla negli orti o, addirittura, in vasi sul balcone, dove il suo sapore diventa più amabile, per dare un tocco più gustoso alle insalate.
Diffusa nell’antichità, non mancava mai sulle tavole dei Romani: lo testimoniano poeti come Orazio e Marziale che ne parlano come di erba magica. Era, infatti, considerata simbolo dell’unione fisica per le sue accertate virtù di rinvigorire il desiderio dei sensi. Si racconta che, durante le processioni dedicate a Priapo, divinità dell’eros, fauni e satiri si cingevano il capo con ghirlande di rucola. Bisogna ricordare, però, che la “libidinosa ruchetta” (come la chiamava Orazio) deve essere mangiata cruda per mantenere le sue promesse.
Ha, inoltre, proprietà diuretiche e depurative e, come tale, è utile per disintossicare l’organismo dopo i bagordi estivi, depurare il sangue e ridurre la ritenzione idrica che incide sul volume del nostro corpo.
Per le sue proprietà emollienti trova posto anche nella cosmesi, in trattamenti del cuoio capelluto ed in lozioni idratanti e toniche per la pelle.
 
 
 
 L'ortica (Urtica dioica) è una pianta della famiglia delle Urticaceae. Cresce spontaneamente in tutta Italia e se volete usarla in cucina dovete raccoglierla in primavera. I getti primaverili si possono raccogliere e consumare con tutto il fusto ma solo se non sono più alti di 15 – 20 cm. Più i getti sono piccini e più questa verdura sarà tenera nel piatto.
Per sfruttare l’ortica in cucina, ricordatevi di usare i guanti. Se avete raccolto delle cimette più grandi, prima della cottura tritatele. L’ortica, una volta cucinata, avrà perso interamente tutto il suo potere irritante. Dell’ortica, le parti commestibili sono diverse ma quelle più tenere e saporite sono le foglioline apicali e la parte superiore del fusto, le cosiddette cimenteranno. L’ortica ha proprietà antianemica: il ferro e la clorofilla di cui abbonda stimolano la produzione di globuli rossi, rendendola ideale per le anemie; e’ ricostituente e tonificante (consigliata in caso di convalescenza, denutrizione ed esaurimento); e depurativa e diuretica, ideale in caso di disturbi reumatici, artrite, gotta, calcoli renali.
L’ortica ha inoltre una grande capacità di alcalinizzare il sangue, facilitando l’eliminazione di residui acidi del metabolismo, strettamente legati a queste malattie. Facilita la digestione e la capacità di assimilare i cibi, in quanto contiene piccole quantità di creatina, ormone prodotto da alcune cellule del nostro intestino, che stimola la secrezione del succo pancreatico e la motilita’ dello stomaco e della cistifellea.
E’ astringente (utile in caso di diarrea, colite o dissenteria); ipoglicemizzante (abbassa il livello di zuccheri nel sangue); galattogena (aumenta la secrezione del latte materno ed e’ consigliata durante l’allattamento); ha effetto emolliente, ed e’ usata nelle malattie croniche della pelle, specialmente per eczemi e acne; pulisce, rigenera e rende piu’ bella la cute. Usata contro la caduta dei capelli, e’ un ottimo antiforfora sottoforma di decotto, che si friziona direttamente sulla cute.

Zuppa di ortiche
Per quanto riguarda l’alimentazione, il suo alto valore nutrizionale e il suo sapore aromatico la rendono di per sé un piatto appetitoso. Ottima se lessata e condita come gli spinaci (in questo caso andrebbe bevuta una volta al giorno anche l’acqua della cottura perche’ depurativa), se ne apprezza pienamente il sapore sottoforma di zuppa, risotto verde, frittata, saltata in padella con olio e aglio, come ripieno di ravioli e salsa verde per il lesso.
Si consiglia l’assunzione del succo della pianta fresca, usato già ai tempi di Ippocrate, che secondo gli erboristi tratta diversi disturbi, ipertensione e gotta comprese. I peli urticanti delle foglie vengono neutralizzati sia da una bella lavata che da una cottura brevissima.
 
 
 
 La bietola selvatica.
La bietola selvatica o spontanea ha il suo nome di riconoscimento botanico Beta vulgaris. Sembra che bett sia un termine celtico per indicare il colore rosso e che questa sua caratteristica si rifletta nelle venature rossicce delle radici e sulle nervature centrali di molte varietà di bietola. Questa pianta è molto comune in Italia e la troviamo sotto i vigneti, nei luoghi sabbiosi, lungo zone coltivate e incolte ad un'altitudine che va dal piano sino a 600 m s.l.m. La raccolta delle foglie di bietola spontanea inizia da gennaio sino a giugno e riprende poi da ottobre a fine anno.

Molto simile come forma alla sorella coltivata con però più caratteristiche di resistenza e rusticità che si rispecchiano in maggior quantità di principi attivi salutari come vitamine e sali minerali. Infatti è importante come fonte di ferro con proprietà antianemiche ed è una delle verdure più ricche in vitamina A. Un consiglio per conservare tutte le sue preziose sostanze è quello di utilizzare anche l’acqua di cottura delle bietole visto che molti nutrienti sono solubili e per recuperarli va consumata l’acqua. Di facile utilizzo in cucina per torte salate e pasta verde, oltre che nelle zuppe, minestre e sformati, grazie al suo sapore delicato e gradevole.
 
 
 Finocchio selvatico (Foeniculum sylvestre )

Fiorisce in luglio e agosto, si consuma sia crudo in insalata che cotto in stufati e come verdura di accompagnamento a secondi piatti. I germogli teneri si usano nelle minestre oppure si mangiano crudi in pinzimonio. Inoltre è possibile raccogliere i semi in tarda estate per farne liquori o tisane.
 
 
 
 

1 commento:

  1. Brava Candida, porta i tuoi bambini sui prati per fargliele scoprire dal vivi

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